martedì 10 dicembre 2013

NATALE: UN'IDEA REGALO PER GENITORI E BAMBINI

Si avvicina il Natale, è tempo di regali, ma è anche tempo da dedicare a sè, alla propria famiglia, ai propri amici... alle relazioni...


Allora perchè non pensare a un regalo "da trascorrere insieme"?
 CORSO DI MASSAGGIO INFANTILE:



Se 
hai un
 bambino piccolo,
 o se i tuoi familiari e amici
 hanno dei bimbi piccoli tra 0-12 mesi, 
regala a te o alle persone a cui vuoi bene, 
un momento da trascorrere insieme al proprio bambino, 
in una attività di contatto, vicinanza emotiva e interazione,
da "portare anche a casa" per svolgerla nella propia quotidianità:
REGALA UN CORSO
 DI MASSAGGIO 
INFANTILE!


Per informazioni sul corso o su come acquistare il buono da regalare:
e-mail: bassaniprada@gmail.com
cell. 3468877182 - 3398443549 


Un caro augurio di  BUON NATALE,
dallo studio BassaniPrada!

lunedì 7 ottobre 2013

NUOVA EDIZIONE DEL CORSO DI MASSAGGIO INFANTILE!

A NOVEMBRE PARTE A MILANO UNA NUOVA EDIZIONE 
DEL CORSO DI MASSAGGIO DEL BAMBINO:

A CHI E' RIVOLTO?
Ai genitori con bambini di 0-12 mesi

DI COSA SI TRATTA?
Un corso dedicato a trascorrere del tempo con il proprio bambino, apprendendo la tecnica del massaggio, ma soprattutto vivendo un'esperienza di contatto e vicinanza emotiva con il proprio bambino.
Per saperne di più:
http://bassaniprada.blogspot.it/p/massaggio-infantile.html 


DOVE SI SVOLGE?
A Milano, presso lo Studio di Psicologia BassaniPrada in Via Guerrini 4 (MM2 Piola)

QUANDO?
Il corso si svolgerà il sabato mattina per andare incontro alle esigenze dei genitori lavoratori e consentire anche la partecipazioni ai papà.
Il calendario in fase di definizione: l'inizio del corso è però previsto per sabato 9 novembre.

COME ISCRIVERSI? COME RICHIEDERE INFO?
Basta inviare una e-mail al seguente indirizzo: bassaniprada@gmail.com

DA CHI E' CONDOTTO?
Dalle dottoresse Bassani e Prada, insegnanti diplomate AIMI (Associazione Italiana Massaggio Infantile)

SUNDAY BLUES: PERCHE' LA DOMENICA MI SENTO DEPRESSO?

Vi è mai capitato che la domenica vi sentiate tristi o agitati?
Perchè succede?  Di cosa si tratta? 
Gli inglesi la chiamano "sunday blues" (ovvero "sindrome della domenica"): si tratta di uno stato di malessere che insorge la domenica e che si collega al pensiero dell'avvicinarsi del lunedì, della settimana lavorativa e di tutti gli impegni che ci aspettano.

Si tratta di una sindrome che si sta sempre più diffondendo nei Paesi industrializzati e colpisce una persona su quattro.

Come si manifesta?
Solitamente ha inizio nelle ore pomeridiane o serali: la persona che ne è colpita diventa triste in modo "quasi improvviso", apatica o avverte sintomi ansiosi all'idea di ricominciare la settimana.
In alcuni casi possono essere correlati sintomi fisici quali: emicrania, mal di stomaco, tachicardia, difficoltà nella respirazione. 

Come farvi fronte?
  • Non considerare la domenica come un giorno di "solo relax", ma inserire attività piacevoli che consentano di non pensare a ciò che ci aspetta al lunedì, ma anche di diminuire il "salto" da una giornata di assoluto riposo al lunedì di frenetici impegni.
  • Non essere troppo metodici e routinari ma ogni tanto "invertire il sabato e la domenica": riposatevi il sabato e svolgete alcune attività la domenica (v. fare la spesa...)
  • Programmare attività da svolgere con gli amici, invitarli a casa, organizzare qualche uscita fuori...
  • Scrivere un diario che consenta di individuare dove ha origine la tristezza, se riguarda il lavoro o problematiche relazionali/familiari, così da capire e affrontare le proprie difficoltà in modo mirato.
  • Prestare attenzione a quando si manifestano i sintomi per capire se sono circoscritti alla domenica o se perdurano nella settimana e sono quindi collegati a un'insoddisfazione più diffusa.
Quando contattare uno specialista?
Se il malessere diventa consistente o se è generalizzato a diverse aree della propria vita, è bene rivolgersi ad un esperto in modo da approfondire l'origine del proprio disagio e affrontarlo al meglio, considerando tutti i risvolti e le sfaccettature.

Dott.ssa Nicoletta Bassani 

venerdì 4 ottobre 2013

ESERCIZI DA SVOLGERE A CASA, PER DIMINUIRE L'ANSIA



Al di là della terapia farmacologica e della psicoterapia, la cui efficacia è stata dimostrata, esistono molti rimedi più semplici che chiunque può praticare a casa propria. Tra questi le tecniche di rilassamento, che richiedono uno sforzo limitato e possono essere utilizzate in qualsiasi momento. Queste tecniche rappresentano una risposta naturale e fisiologica allo stress; possono verificarsi anche quando non si è coscienti di queste reazioni del nostro corpo. Il rilassamento viene definito come uno stato psicofisico nel quale l'individuo si sente sollevato dalla tensione. Raggiungere uno stato di rilassamento significa quindi essere in grado di controllare il livello di attivazione fisiologica, in modo tale da creare i presupposti per liberarsi dalla tensione.
Quando lo stress e l'ansia condizionano il normale funzionamento dell'organismo il rilassamento può essere utile al fine di ristabilire l'equilibrio. In oriente le tecniche di rilassamento sono conosciute e seguite da secoli: i maestri di yoga le praticavano come un aspetto fondamentale della loro disciplina; in occidente invece l'interesse per queste tecniche è stato scarso fino agli ultimi decenni, quando si è iniziato a considerare l'organismo come un sistema complesso costituito dall'interazione tra mente e corpo. Un contributo fondamentale allo studio del rilassamento e alla sua pratica terapeutica fu apportato dal professor J. H. Schultz, il quale sviluppò un metodo chiamato training autogeno. Si tratta di uno stato di leggero trance autoindotto attraverso tecniche di autosuggestione, il quale porta ad uno stato di rilassamento fisico e mentale.
Dopo gli studi di Schultz, molti psicologi e medici hanno cominciato ad usare le tecniche di rilassamento in aggiunta alle terapie di tipo convenzionale. Grazie al crescente interesse per questo campo di studi oggi sappiamo che tecniche diverse possono essere adattate a diversi tipi di personalità. Le tecniche proposte in questa sezione non vanno intese come un'alternativa alla psicoterapia, piuttosto come un'integrazione ad essa, o semplicemente come un esercizio di rilassamento da poter utilizzare comodamente a casa propria quando si ha un po' di tempo da dedicare a sé stessi. Chiunque può eseguire questi semplici esercizi e trarne beneficio, non c'è alcuna controindicazione o pericolo.
 
La prima cosa da sapere è che è necessaria una fase di preparazione per predisporre corpo e mente al rilassamento:
1) indossa abiti comodi e leva le scarpe prima di iniziare l'allenamento
2) valuta la temperatura della stanza e prendi una coperta se senti freddo. Il rilassamento  non prevede il movimento e quindi potresti sentirlo dopo un po'
3) puoi sedere su una poltroncina, su un divano, su una sdraio o sdraiarti sul letto, avendo l'accortezza di verificare che nessuna parte del corpo sia in tensione
4) sistemati in una posizione comoda, se sei seduto appoggia le mani sulle gambe o sui braccioli e lasciati andare. Se decidi di sdraiarti cerca di allineare il collo e la testa a tutto il resto del corpo. Divarica leggermente braccia e gambe, lascia morbide le dita delle mani e lascia che i piedi cadano verso il basso come attratti dalla forza di gravità. Ricordati di rilassare anche i muscoli del viso e soprattutto della bocca: aprila leggermente. Se seguirai tutte queste indicazioni ogni tuo muscolo sarà rilassato.
5) chiudi gli occhi e fai un bel respiro                    
6) porta l’attenzione su ogni parte del tuo corpo e accompagna fuori tutte le preoccupazioni e i pensieri della giornata.
7)  se provi difficoltà a lasciarti andare e ad allontanare i pensieri negativi, puoi aiutarti immaginandoti piacevolmente sotto un getto di acqua tiepida, immagina l’acqua calda che scorre sul tuo corpo e lascia che i pensieri brutti scorrano via con lei, lontani da te.  



FONTE: http://www.nienteansia.it/tecniche-di-rilassamento/

domenica 1 settembre 2013

PERCHE' IN VACANZA STIAMO BENE!



Tutti abbiamo bisogno di andare in vacanza, perché durante l’inverno accumuliamo stress.
Lo stress si può manifestare in modo differente sia a livello mentale che fisico. Si esprime spesso con sensazione di stanchezza generale, crisi di pianto, ansia, disturbi del sonno, dolori muscolari, crampi allo stomaco, problemi alla tiroide, sensazioni di noia, irritabilità, abbassamento delle difese immunitarie, cefalee…
Le vacanze possono essere una occasione per diminuire lo stress accumulato interrompendo il flusso delle consuete attività e  dedicando maggior tempo alla cura di se stessi. 
Ma cosa vuol dire andare in vacanza?
Andare in vacanza non significa solo partire, andare lontano da casa, viaggiare. Molto importante è l’aspetto mentale dell’andare in vacanza.
C’è chi sottolinea che il senso della vacanza, anche quando viene trascorsa a casa, sta nel spostare la nostra attenzione su quanto sta accadendo nel qui e nell’ora evitando quello che è chiamato comunemente multitasking! Andare in vacanza significa essere completamente dentro a quello che facciamo, senza controllare insistentemente se ci è arrivato un sms, una mail, se una questione di lavoro è stata risolta o anche senza essere ossessionati da cosa vedere o fare in una città che stiamo visitando.
Come si può vivere il più serenamente possibile una vacanza? Ecco alcuni consigli:

·         SCEGLIERE LA META GIUSTA PER SE’: il tempo di vacanza non è tempo di compromessi. È importante scegliere il tipo di vacanza che piace a noi, che sappiamo ci farà stare bene senza cedere troppo alle esigenze altrui!
·         ATTIVITA’ FISICA: tutte le attività ad aria aperta sono ottime fonti di ricarica, anche una semplice passeggiata! Gli scienziati affermano che già dopo dieci minuti di attività fisica l’ organismo produce endorfine, che sono dei tranquillanti naturali responsabili del benessere psicofisico.
·         ALIMENTAZIONE: è importante che la dieta sia composta da cibi che assicurano un buon livello di serotonina che è il neurotrasmettitore responsabile dell’umore e cercando di evitare le sostanze stimolanti. Alimenti che agiscono sulla serotonina perché ricchi di triptofano sono tutti i cereali e derivati, le verdure, la frutta secca, le banane, la carne e il pesce, il latte ei formaggi e le uova.
·         SOCIALITA’: è importante in vacanza circondarsi solo da persone di fiducia che ci fanno stare bene. Fondamentale è allontanarsi da chi produce in noi tensione.  
·         POCHI IMPEGNI PER LA VACANZA: evitare di portarsi il lavoro, spegnere il cellulare il più possibile, evitare attività eccessive. È importante rompere la quotidianità.
·         FARE VACANZE BREVI E PIU’ SPESSO: permettono di staccare senza rompere troppo gli equilibri della quotidianità!
E ora…buona vacanza a tutti!
Dott.ssa Laura Prada

lunedì 5 agosto 2013

ESSERE SCHIAVI DI UN CLICK: QUANDO INTERNET DIVENTA DIPENDENZA


Internet è uno strumento che ha rivoluzionato il mondo e la conoscenza, ma anche i modi di vivere le relazioni interpersonali.
E' uno strumento dotato di molteplici potenzialità, tuttavia talvolta può portare a una vera e propria dipendenza!

Quando si parla di "dipendenza da Internet"?

Internet può essere utilizzato per differenti scopi, tra i quali anche il gioco d'azzardo, la pornografia... in questo caso però non si tratta di vera e propria dipendenza da Internet, ma di dipendenze "tradizionali" che si avvalgono di Internet soltanto come canale di fruizione (ad esempio: la dipendenza da gioco on line ha le medesime caratteristiche della dipendenza da gioco "tradizonale", ciò che cambia è il  mezzo impiegato, ovvero la Rete).

Si parla invece di "dipendenza da Internet" quando il web viene utilizzato per svolgere azioni in modo smisurato e incontrollato: ad esempio controllare la mail ogni 5 minuti, aggiornare il proprio blog continuamente o postare contenuti su un social network in modo ripetitivo...


Può capitare addirittura di svegliarsi la notte per agire questi comportamenti o di sentirsi persi senza connessione o in caso si rompa il computer.

L'individuo finisce così per isolarsi ancora di più dal mondo reale e far fatica a scindere realtà vistuale e non virtuale.

Spesso chi sviluppa un disturbo da dipendenza da Internet non ne percepisce il disagio e per questo motivo non ritiene di aver bisogno di aiuto.

Chi sviluppa dipendenza da Internet?
  • Spesso è correlata a una depressione o a difficoltà nella sfera relazionale vis a vis, per cui si ricorre a una modalità (ad esempio quella della chat) dove è possibile mantenere l'anonimanto o addirittura costruirsi una diversa identità o un avatar che possiede le caratteristiche desiderate... 
  • I soggetti più a rischio hanno tra i 15 e i 40 anni, possiedono una buona conoscenza informatica, spesso hanno problemi psicologici/psichiatrici o familiari che sono preesistenti allo sviluppo della dipendenza.
  • Spesso sono persone sole, insoddisfatte della propria vita, insicure, con socialità limitata e sovente con altre dipendenze... 

Come si sviluppa la dipendenza da Internet?
Si possono individuare 2 fasi:
  • Fase Tossicofila: aumentano le ore di collegamento a Internet, diminuiscono le ore di sonno, mail e siti preferiti vengono controllati ripeturamente, si entra a far parte di numerose chat/forum di discussione..., si pensa spesso a contenuti della Rete quando si è offline.
  • Fase Tossicomanica: collegamenti a Internet così prolungati da compromettere in modo significativo la vita sociale, sentimentale e lavorativa.  
Quali sintomi? 
La persona pià sviluppare ansia, insonnia, alterazione del ritrmo sonno-veglia, alterata percezione temporale, percezione di sè distorta, disturbi di personalità, difficoltà relazionali, scarso controllo del tempo trascorso nel web.

L'accesso a Internet è sempre più frequente e occupa sempre maggiore tempo. Vi è un vero e proprio impuslo ad agire senza riuscire a smettere. 

Emerge anche una sorta di sindrome da astinenza quando non è possibile utilizzare il mezzo tecnologico secondo le proprie abitudini, caratterizzata da ansia, agtazione psicomotoria, pensieri ossessivi circa quanto può accadere in Rete, sogni o fantasie su Internet...

Come farvi fronte?
E' importante riuscire a cogliere i segnali di dipendenza, quando si sta facendo un uso eccessivo di Internet al punto da distoglierci da altre attività e diventare un "pensiero fisso".
Cercare di gestire il tempo e dedicarsi ad altre attività ricreative.

E' fondamentale non ricorrere a soluzioni drastiche, ma graduali. 
Ad esempio, non risulta funzionale eliminare il proprio account da un social network da un giorno all'altro, privandosi così anche degli aspetti positivi del web, poichè ciò comporterebbe rabbia e frustrazione.
E' preferibile darsi dei tempi circoscritti per lo svago in Internet, per esempio durante una pausa temporalmente definita da una durata, da un inizio e una fine!

Ciò può aiutare pian piano a uscire dall'abitudine di accedere in modo ripetuto alla Rete.

E' però importante non "navigare in superficie", ma andare più a fondo attraverso un percorso psicologico che aiuti a individuare e approfondire quali siano i meccanismi e i bisogni personali e relazionali che portano a sviluppare una dipendenza da Internet, per poi farvi fronte.

Dott.ssa Nicoletta Bassani



Desideri approfondire l'argomento?
Ecco un interessante libro che coniuga l'approfondimento teorico con un taglio divertente:
"Internauti o intronauti?!" Un approccio umoristico ai rischi dell'abuso di internet -
di Lorenzo Recanatini e Claudia Gennarelli.


martedì 23 luglio 2013

QUANDO LO SPORT DIVENTA DIPENDENZA


Lo sport è da sempre considerato veicolo di benessere e viene praticato fin da bambini proprio perchè "fa bene al corpo e allo spirito".
Esiste però una categoria di persone, gli “sport addicted”, che sviluppano una vera e propria dipendenza dallo sport.

Come capire quando lo sport si trasforma in dipendenza?

La dipendenza non si misura in termini quantitativi, quindi per capire se siamo in presenza di una dipendenza da sport non è sufficiente contare le ore spese nell’esercizio fisico, ma è necessario porre attenzione alla dimensione psicologica, ai vissuti emotivi e motivazionali associati al fare sport.



Quali sono i campanelli di allarme?
  • La pratica sportiva diventa l’unico momento della giornata in cui ci si sente davvero attivi, mentre le altre attività e la propria esistenza in generale vengono percepite come  “vuote” e prive di significato
  • Ogni momento libera viene dedicato allo sport e si rinuncia ad altre occasioni sociali, quali uscire con gli amici, isolandosi sempre di più.
  • Si compiono scelte sulla base della possibilità di svolgere attività fisica: ad esempio scegliere una casa o una sede di lavoro vicine al luogo di allenamento.
  • Dopo 24/36 di mancata attività fisica può emergere una crisi di astinenza.

Quali sono le emozioni associate alla dipendenza da sport?
  • Soddisfazione ed emozioni positive dopo aver terminato l’esercizio sportivo. Una volta esaurito tale effetto positivo subentra un nuovo impulso a fare sport.
  • Tristezza o senso di colpa quando non si riesce a praticare l’attività sportiva in programma.
  • Rabbia e aggressività verso le situazioni o le persone considerate ostacolanti la possibilità di fare sport.
Come farvi fronte? 
 Alcuni accorgimenti che possono essere di aiuto per gestire il problema, sono:
  •  Definire la durata dell’allenamento 
  •  Variare l’orario in cui si fa sport in modo da rompere la routine
  •  Organizzare il tempo libero con altre attività, per non riempirlo unicamente facendo sport 
  •  Allenarsi con altre persone, poiché consente di adeguare i ritmi e tempi a quelli altrui e spostare il focus dalla prestazione fisica alla dimensione relazionale
  • Diversificare gli sport da praticare
  • Ridurre gradualmente l’impegno fisico.
E’ tuttavia importante non soffermarsi soltanto in superficie, ma andare a fondo al problema per capire da dove arriva e come affrontarlo.
Un percorso di sostegno psicologico può quindi aiutare sia a gestire gli aspetti concreti e quotidiani, sia a capire quali sono le radici profonde, i bisogni e i vissuti emotivi che hanno portato all’insorgere della dipendenza da sport per poterli elaborare.


Dott.ssa Nicoletta Bassani